La MEDIAZIONE CIVILE: UNA BUONA LEGGE, ben riuscita e fortunata, che qualcuno vorrebbe farle prendere il nome di immoralità – è quanto afferma il presidente dell’A.N.P.A.R. Giovanni Pecoraro. La nuova legge 28/2010 è stata scritta nel rispetto del quadro regolatorio europeo ed in sede di recepimento delle direttive comunitarie non si sono verificate improprietà da dover essere ora superate – continua il presidente Pecoraro – intervenuto in una conferenza stampa per l’inaugurazione di una camera di conciliazione presso il Comune di Battipaglia nel Salernitano.
I Tribunali sono già in ritardo sulla mediazione civile da demandare agli organismi di conciliazione costituiti da enti pubblici e privati. Infatti, sono circa un milione e mezzo i procedimenti che già dal 20 marzo 2010, potevano e possono essere risolti attraverso il tentativo di conciliazione affidato a conciliatori altamente professionalizzati, così come disposto dal 2° comma dell’art. 5 del D.Leg.vo n. 28/2010. I giudici non necessariamente debbono attendere il termine per l’obbligatorietà (20 marzo 2011) per demandare a detti organismi, l’esperimento di un tentativo di conciliazione a tutela di diritti disponibili delle parti in lite attraverso la mediazione civile. Chi afferma che la conciliazione demandata agli organismi si traduce in un business non sa quel che dice, gli Organismi di Conciliazione, sono solo il tramite tra il conciliatore al quale vengono corrisposti i compensi, e le parti che lo versano, secondo tariffe dep! ositate presso il Ministero. Può diventare un business – dice Pecoraro – solo se si consente alle società di capitale o di persone la gestione e l’amministrazione della mediazione civile. Per una buona riuscita della deflazione dei procedimenti in corso, mediante la mediazione civile, deve avvenire con organismi quali: associazione senza scopo di lucro, camere di commercio (con qualche distinguo) e gli ordini professionali degli avvocati.
Il contenzioso pendente davanti ai giudici – afferma ancora il presidente dell’A.N.P.A.R. Pecoraro – è una grande opportunità per avvocati, dottori commercialisti – praticanti, neo-laureati in materia giuridiche ed economiche, che potranno spartirsi circa un miliardo e cinquecentomilioni di euro per le sole mediazioni civili riguardanti questione condominiali e questioni finanziarie, societarie e bancarie. Compensi, corrisposti a conciliatori specializzati che, in momenti di crisi, come questa che stiamo attraversando, non sono poca cosa.
I Tribunali sono già in ritardo sulla mediazione civile da demandare agli organismi di conciliazione costituiti da enti pubblici e privati. Infatti, sono circa un milione e mezzo i procedimenti che già dal 20 marzo 2010, potevano e possono essere risolti attraverso il tentativo di conciliazione affidato a conciliatori altamente professionalizzati, così come disposto dal 2° comma dell’art. 5 del D.Leg.vo n. 28/2010. I giudici non necessariamente debbono attendere il termine per l’obbligatorietà (20 marzo 2011) per demandare a detti organismi, l’esperimento di un tentativo di conciliazione a tutela di diritti disponibili delle parti in lite attraverso la mediazione civile. Chi afferma che la conciliazione demandata agli organismi si traduce in un business non sa quel che dice, gli Organismi di Conciliazione, sono solo il tramite tra il conciliatore al quale vengono corrisposti i compensi, e le parti che lo versano, secondo tariffe dep! ositate presso il Ministero. Può diventare un business – dice Pecoraro – solo se si consente alle società di capitale o di persone la gestione e l’amministrazione della mediazione civile. Per una buona riuscita della deflazione dei procedimenti in corso, mediante la mediazione civile, deve avvenire con organismi quali: associazione senza scopo di lucro, camere di commercio (con qualche distinguo) e gli ordini professionali degli avvocati.
Il contenzioso pendente davanti ai giudici – afferma ancora il presidente dell’A.N.P.A.R. Pecoraro – è una grande opportunità per avvocati, dottori commercialisti – praticanti, neo-laureati in materia giuridiche ed economiche, che potranno spartirsi circa un miliardo e cinquecentomilioni di euro per le sole mediazioni civili riguardanti questione condominiali e questioni finanziarie, societarie e bancarie. Compensi, corrisposti a conciliatori specializzati che, in momenti di crisi, come questa che stiamo attraversando, non sono poca cosa.
ufficio stampa