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Rieccoli …..uniti nel cercare di togliere  valore e pregio  ad una buona legge. Tre "avvocati" che dicono e fingono  di provare dispiacere, quando in realtà sono  compiaciuti rispetto all'introduzione dell'obbligatorietà della mediazione civile, che a loro dire avrebbe causato sconcerto all'interno delle associazioni da loro presiedute. Nessuno lo dice ma per questi signori, la cosa più importante è l'aver salvaguardato i loro specifici interessi. Quali sono?  Basta scorrere l'elenco degli studi legali  consulenti delle più importanti compagnie di assicurazione. Perchè e da chi è stata voluta la mancata reintroduzione fra le materie obbligatorie, quella relativa al risarcimento danni causati da veicoli e natanti?
Mi fermo qui, dice il giusista d'impresa dott. Giovanni Pecoraro, presidente dell'associazione nazionale per l'arbitrato & la conciliazione dal 1995,  perchè altrimenti  verrebbe data importanza a chi non vuole il bene dell'avvocatura. Si mortificano da soli: da una parte mugugnano, dall'altra  si sono affrettati a costituire organismi di mediazione  con costi  onerosi a carico degli iscritti.
"La reintroduzione  dell'obbligatorietà della mediazione civile e commerciale coincide  con la fine   della delusione  da parte dei giovani che si erano visti sbarrare la strada ad una nuova ed affascinate professione dovuta,  non dalla  "incostituzionalità"  della legge 28/2010, ma,  da un "eccesso di delega"  rilevato dalla Consulta del solo comma 1 dell'art. 5 della citata legge". Si apre una nuova stagione che è cruciale per i giovani ed per i cittadini: non più rassegnazione e denegata giustizia ma voglia di "FARE" . Dalla reintroduzione dell'obbligatorietà della mediazione nasce un'equazione virtuosa: più giudici, meno Tribunali più posti di lavoro certi,  più risorse. Questa equazione i politici non potevano ignorarla lo dimostrano le migliaia di firme di cittadini raccolte con  la nostra petizione preventiva inizi! ata all'indomani della citata sentenza. Petizione che continua – afferma Pecoraro –  perchè  i cittadini chiedono non solo  di essere liberi di scegliere di risolvere una controversia tra di loro ma di allargare  a tutti i diritti disponibili  questo nuovo istituto giuridico.