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Giunti al termine del 2011 – anno straordinariamente difficoltoso per  la mediazione obbligatoria, il  presidente dei mediatori e degli arbitri dell’ANPAR  Giovanni Pecoraro – unica associazione regolamentata che tutela gli interessi legittimi dei mediatori, senza scopo di lucro –  fa il punto del momento dedicando uno sguardo al futuro.

Domanda. Presidente Pecoraro, si sta per chiudere l’anno 2011. Un anno intenso per l’organismo internazionale  di conciliazione & Arbitrato e perl’ente autonomo formativo dell’ANPAR in generale, e per i mediatori nello specifico quello che è stato fatto e quello che c’è fa fare?

Risposta. È stato sicuramente un anno impegnativo, che ha visto  l ‘ANPAR  intervenire più volte, anche per cercare di ribadire quelle che sono non solo le prerogative, ma anche le funzioni, le finalità della mediazione e l’importanza del lavoro che quotidianamente svolgono iscritti al nostro organismo di mediazione. Ma è stato anche un anno che ai mediatori professionali  ha portato lavoro. In poco più di otto mesi siamo a circa 1.200 mediazioni  avviate  pari a circa 8 mediazioni al giorno. Ora, se si considera il numero di organismi iscritti nel registro  siamo ben oltre la media prevista dal  ministero di Giustizia per far arrivare quanto meno cause  possibili davanti al giudice ordinario. Tutto questo si è ottenuto malgrado il forte ostracismo di alcuni, che, nulla capendo  di mediazione, hanno cercato e stanno cercando in ! tutti i modi di ostacolare questo nuovo istituto giuridico. Buon per noi perchè sono proprio questi comportamenti  che li stanno allontanando dai cittadini.

Un esempio per tutti: per una controversia per inadempimento contrattuale immobiliare per valore di oltre tre milioni di euro risolta  in meno di un mese, il mediatore ha incassato circa cinquemila euro per la prestazione offerta  mentre le parti  sono state pienamente soddisfatte per la  bravura del mediatore, per  per la brevità della mediazione,  per l’avvenuta riconciliazione tra di loro e hanno avuto grande soddisfazione nell’aver  appreso che se fossero andate in giudizio oltre i tempi lunghi della giustizia avrebbero speso con un giudizio ordinario  complessivamente per spese legali e di giustizia  circa un milione di euro.

Sul fronte della formazione, l’ANPAR non può che essere orgogliosa del lavoro svolto, circa tremila i  mediatori  usciti dalla nostra scuola e ci fa piacere anche che in quasi tutti gli organismi di mediazione iscritti nel registro  c’è né sempre qualcuno che ha frequentato un corso  ANPAR
Al netto delle uscite fiscali i mediatori volenterosi e preparati   che hanno offerto la propria disponibilità al nostro organismo  sono per il 2011 più che soddisfacenti. Ancora più entusiasmanti i risultati raggiunti per i circa 180 corsisti che hanno frequentato il corso per mediatore  nel mese di  settembre/ottobre, i quali in meno di due mesi hanno concluso la partecipazione a minimo 20 procedure di mediazione. Ci è dispiaciuto purtroppo non poter accontentare chi ha frequentato percorsi formativi  diversi. Abbiamo tutelato e stiamo tutelando  solo chi ha maggiore bisogno di cominciare a lavorare  con poco o molto quel che conta è impegnare i giovani in questa nuova affascinante attività professionale, visto che l’ANPAR è l’unica associazione regolamentata a tutela  degli interessi legittimi dei mediatori.

Domanda Gli interventi sulla mediazione sono di strettissima attualità giornaliera, e lo saranno nel 2012.  Qual è l’impegno per l’ANPAR  e per i mediatori?

Risposta Il 2011 è stato l’anno di quasi transizione, per il passaggio dalla mediazione facoltativa per la tutela di diritti disponibili del cittadino alla obbligatorietà dell’esperimento del tentativo di mediazione per circa dieci materie dalle quali furono escluse le liti condominiali e risarcimento danni  causati da veicoli a motore la cui obbligatorietà  partirà dal 21 marzo 2012.
Pertanto il 2012  si apre con l’impegno di rafforzare la nostra volontà di avere formazione più qualificata da una parte e mediatori all’altezza di ogni singola materia  sottoposta all’obbligatorietà; ovviamente una qualificata categoria di mediatori  che deve partire dal presupposto che gli altri circa 700 organismi pubblici e privati, insieme, sono una forza importante per il paese, perché rappresentano anche gli strumenti attraverso i quali lo Stato riesce a definire e raggiungere i propri scopi. Noi crediamo nei valori che tuteliamo, crediamo nei valori umani: quindi abbiamo necessità che il nostro comparto, che è quello dei servizi professionali, debba essere evidenziato e divulgato dai delegati  e titolari di  camere conciliative ANPAR  presenti sull’intero territorio nazionale ed in fase di allargamento dal  centro più piccolo a quello più grande in modo da avvicinare il cittadi! no il più possibile alla mediazione.
Il  valore che noi rappresentiamo è quotidianamente identificato in una miriade di servizi che facciamo per i cittadini, ma soprattutto per lo Stato, che attraverso di noi sta evitando il collasso della Giustizia.

Domanda. Qual è il messaggio per il 2012 del presidente dell’ANPAR  ai mediatori?

Risposta. Divulgare, divulgare divulgare l’istituto giuridico della mediazione, partecipare alla formazione per avere qualcosa in più degli altri, considerato che gli iscritti agli ordini professionali pubblici possono solo mediare nelle controversie per le quali è nato l’ordine. Il nostro organismo formativo ha già predisposto la calendarizzazione dei corsi formativi per mediatori  sull’intero territorio nazionale. Corsi già programmati e per i quali bisogna prenotarsi in tempo per evitare di restare esclusi dal tirocinio.

Domanda. Quale augurio per la categoria

Risposta. Il nostro impegno sarà ancora una volta quello di rappresentare e tutelare la specialità  della  professione di mediatore , perché in questo momento sono ancora più importanti, per tutte quelle dinamiche di cambiamento che si stanno innescando all’interno del mondo del lavoro.
Il mio augurio è quello di riuscire sempre a trovare il modo per rappresentare nel nostro lavoro i valori in cui crediamo ed abbiamo sempre creduto. Io sono convinto che diventare mediatore  sia una professione forte, anzi la “professione del futuro”. Siamo una professione unita che ha come obiettivo quello di migliorare la qualità delle  prestazioni offerte dai mediatori, dei servizi dell’organismo: avendo sempre a cuore il fatto che quel servizio è reso  unicamente a favore dei cittadini e dello Stato.