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Il presidente dell’ANPAR nonchè  componente della commissione degli esperti per gli studi di settore, ha inviato una missiva al presidente Berlusconi a tutti i ministri, ai senatori ed deputati e ai segretari di tutti i partiti politici, con la quale si chiede  che la mediazione fiscale  facoltativa, diventi  obbligatoria,  non come previsto dall’art. 39 del D.L. 98/2011 ma inserendola  fra le materie di cui all’art. 5 del D.Leg. 28/2010. L’attuale conciliazione giudiziale obbligatoria è anticostituzionale, in quanto è previsto che la stessa deve essere esperita davanti ad un  funzionario dello stesso ufficio finanziario, oggettivamente privo di un ruolo di reale terzietà e di una effettiva impreparazione  alle tecniche di conciliazione, che non gli consentono di  analizzare  in modo imparziale e super partes la posizione del contribuente.  Anche la mediazione fiscale così come per quella civile e commerciale deve essere svolta da conciliatori altamente professionalizzati e designati dagli organismi di conciliazione  iscritti  nel Registro  e  sotto sorveglianza del ministero di Giustizia. La lotta all’evasione e alla deflazione dei processi tributari è possibile – continua Pecoraro –  solo quando  il contribuente  ha la certezza che chi  esamina la controversia  instaurata dall’ufficio impositore giusta o ingiusta che sia,  è soggetto, terzo ed imparziale e che abbia la qualifica di “conciliator tax” (conciliatore fiscale). L’imposizione imposta al contribuente di partecipare  alla  mediazione  fiscale giudiziale obbligatoria  deve essere comunque eliminata. Viceversa va potenziata la mediazione fiscale , EXTRAGIUDIZIALE (fuori udienza), già prevista nel modificato art. 48 del vigente Dlgs 31 dicembre 1992, n. 546. Prevedere per esempio  che le parti possono avviare  singolarmente o congiuntamente una conciliazione al fine di raggiungere un accordo tra ufficio e contribuente, adottando gli stessi provvedimenti  di agevolazione e sanzionatori previsti per la mediazione civile.  Un conto è fare di tutto per far  pagare le tasse e un conto è accettare questa “mediation tax” giudiziale che,  è iniqua e va abolita, per non far fallire il progetto deflativo e di lotta all’evasione e di opportunità di lavoro per i giovani mediatori. Nel frattempo i cittadini – agli inviti del fisco – possono rispondere,  avviando per il tramite gli organismi di conciliazione, procedure extragiudiziali  per risolvere eventuali insorgere di controversie in materia fiscale.

Ufficio stampa -ANPAR