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“Affinche’ non si verifichino casi come quello accaduto al bambino di Cittadella – sottratto, si dice brutalmente davanti alla scuola da agenti di polizia –  e’ necessario inserire  fra le materie “obbligatorie” previste dall’art 5 comma 1 del D. Lsg. 28/2010 anche la mediazione familiare”, questo è quanto afferma il presidente dell’organismo internazionale di conciliazione & arbitrato dell’ANPAR – dott. Giovanni Pecoraro.
“Sono anni che ci battiamo affinche’ la mediazione familiare, sia recepita  come metodo alternativo alle controversie che accadono all’interno della famiglia”.
“La funzione della mediazione familiare “obbligatoria” – continua Pecoraro –   deve essere  quella di tutelare extragiudizialmente i rapporti familiari tenendo in considerazione  prevalentemente il diritto superiore dei minori, cercando di rendere sanabile per quanto possibile l’odio fra i coniugi”.  
“La mediazione familiare “obbligatoria” – attualmente facoltativa ai sensi dell’art. 2 del citato decreto – deve avere  come obiettivo quello di aiutare le parti a riorganizzare in prima persona la futura vita familiare nel pieno rispetto della legge e del superiore interesse dei figli  e deve servire a mantenere rapporti equilibrati fra di loro”. Se i genitori del bambino conteso, invece, di risolvere la loro controversia giudizialmente con un processo il cui  esito finale è stata una decisione sul chi ha avuto torto e chi ragione, fossero stati obbligati prima a tentare la mediazione  civile, sarebbero certamente  state poste in condizione di  dialogare  e decidere in maniera responsabile accordi idonei a salvaguardare  l’interesse superiore del figlio, il tutto sarebbe avvenuto attraverso l’aiuto di un  mediatore specializzato, terzo neutrale ed imparziale, Una cosa è certa: con la mediazione n! on sarebbe successo quello che è accaduto”.