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Leggiamo con vivo piacere – dice il presidente Pecoraro dell’ANPAR –  che il CNF si sta muovendo sulla giusta strada per quando riguarda  gli ordini professionali degli avvocati ma, velatamente  invita anche gli altri  albi o ordini dettare regole  deontologiche più consone alla figura professionale ivi compresa quella  di mediatore professionale. Finalmente è scomparso il termine medio-conciliaore per far posto  al “mediatore/conciliatore”. Finalmente il CNF e gli altri ordini professionali si  sono posti il problema  del perchè della nascita di tanti organismi di mediazione o enti formativi. La risposta, da quando si legge nel comunicato,   pare essere venuta fuori da sola.  Professionisti che costituiscono organismi di mediazione e formativi per avviare mediazioni presso l’organismo del quale fanno parte loro stessi. Per questo è necessario secondo il plenum del C.N.F.  ” formulare una proposta di testo di un nuovo canone deontologico che, da una parte, preveda un generalizzato obbligo di osservanza degli obblighi propri della nuova funzione e che poi declini, nella successiva articolazione, i profili delle possibili incompatibilità, conflitti di interessi, responsabilità in caso di proposta di conciliazione non conforme al diritto etc.”
“In attesa e indipendentemente dagli sviluppi giurisdizionali e politici sulla mediazione”, rileva il Consiglio, “la messa a punto deontologica appare passaggio urgente e ineludibile, nella scia della linea d’azione generale del Consiglio che se, da una parte, è impegnato a contrastare ed a far superare le criticità della mediazione così come disciplinata dalla attuale normativa, dall’altra non può e non deve sottrarsi alla responsabilità di fornire il dovuto e doveroso supporto ai Consigli degli Ordini per il governo dell’istituto anche nei suoi aspetti deontologici e nelle sue ricadute disciplinari”.
Il Consiglio ha ritenuto opportuno procedere per questa strada tenendo conto del fatto che la violazione da parte dell’avvocato-mediatore civile degli obblighi propri come fissati dalla normativa attualmente in vigore determina per lui conseguenze sul piano disciplinare valutabili dal Consiglio dell’Ordine “sia se si ritenga che l’esercizio dell’attività di mediatore civile da parte di un avvocato rappresenta una manifestazione di attività professionale, sia se si ritenga il contrario”.
Ribadisce il C.N.F.  che ” In particolare la legge 69/2009 prescrive per il mediatore un regime di incompatibilità tale da garantire la neutralità, l’indipendenza e lì imparzialità del conciliatore; il decreto legislativo 28/2010 parla di imparzialità del mediatore, di riservatezza, di inutilizzabilità nell’eventuale successivo giudizio di quanto appreso nel procedimento di mediazione; e impone il divieto di conflitti di interessi; il dm 180/2010, infine, stabilisce che le violazioni degli obblighi inerenti le dichiarazioni commesse da professionisti iscritti ad albi e collegi professionali, costituiscono illecito disciplinare sanzionabile ai sensi delle rispettive normative deontologiche”.
Tutti principi questi che sono pienamente condivisibili dall’organismo internazionale di  conciliazione & arbitrato  dell’ANPAR,  unica associazione regolamentata, che rappresenta la categoria dei mediatori. Ben vengano professionisti che sono anche mediatori  iscritti ad organismi di categoria, ma, non possono essere consentiti organismi  creati da professionisti   che violano le principali regole  di neutralità, imparzialità,  e di deontologia professionale a discapito dei mediatori (si dice di organismi che corrispondono  come indennità al mediatore una percentuale  che va dal 10 al 30%, trattenendosi l’importo restante. Sarà pure lecito questo modo di operare – dice Pecoraro -ma non può escludersi che  tutto ciò non sia umiliante per il mediatore  che offre la propria disponibilità?  Questa è illecita concorrenza sulla pelle dei mediatori è necessario porre rimedi  e il ministero di Giustizia, al quale arrivano decine di denunce al giorno lo stanno già sta facendo. ore spetta agli ordini  professionali e all’ANPAR  denunciare  chi pensa di arricchirsi alle spalle dei mediatori. La scelleratezza in questi ultimi tempi non ha limiti per cui è necessario ricorrere  a misure drastiche ed  incisive  per troncare sul nascere  ogni forma di  “sciacallaggio” : Noi siamo orgogliosi – continua Pecoraro – di aver fatto scuola  in materia di sitemi A.D.R.  fin dal lontano 1995, ed in particolare per quanto riguarda la mediazione. La nostra serietà e puntualità nei pagamenti ai mediatori designati ( pari 95% delle  indennità) ci pone al primo posto  sia come numero di mediazioni avviate che come organismo  all’avanguardia in materia di mediazione ( lo dimostrano le lettere di gradimento che le parti inviano al ministero  a chiusura del procedimento di mediazione.
“Contemporaneamente saranno oggetto di approfondimento anche possibili profili deontologici dell’avvocato che assiste tecnicamente la parte nel procedimento di mediazione, stante l’applicazione delle attuali regole deontologiche proprie dell’attività professionale.
D’altra parte, segnala il Cnf, i Consigli degli Ordini stanno già inoltrando quesiti chiedendo delucidazioni sulle prime applicazioni della legge.

Ufficio stampa ANPAR