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CHIARIMENTO A DOMANDE (più o meno dello stesso contenuto di quella qui allegata)  SUI CORSI DI ADEGUAMENTO  

DOMANDA

Buongiorno,

ho ricevuto la vostra offerta per il corso di adeguamento rispetto al nuovo regolamento sulla conciliazione, e volevo avere le seguenti delucidazioni in merito visto che dal vostro sito non evinco le risposte:
1. avendo io fatto il corso ad aprile 2010 ritengo di poter equiparare la materia trattata e il programma del corso con quelli che lo hanno sostenuto a settembre 2010 visto che il nuovo regolamento è successivo per entrambi, di conseguenza non comprendo perchè per loro il corso di 10 ore aggiuntive è gratuito e per me ed i miei colleghi non lo è;
2. il corso e l’attestato che io ho conseguito prevedeva 45 ore di lezione, tutte e 45 comprese nell’importo pagato anticipatamente. Quindi a me personalmente mancano 5 ore per raggiungere il monte ore stabilito per legge e non 10 ore come da vostra offerta, quindi la ritengo non conforme alle prerogative legislative per quel che riguarda il mio caso specifico e quello ovviamente di chi ha sostenuto il vostro corso con me. Attendo quindi eventuale offerta conforme alla quale nel caso aderire.
Ritenendo i termini dell’offerta di adesione ai corsi aggiuntivi di 10 ore da voi indetti prorogati fino vostra risposta in merito porgo distinti saluti.

Dott.ssa E.B. (GO)
RISPOSTA

Sperando di fare una cosa diversa da altri, enti formatori – che non hanno avvisato nessuno dei loro corsisti –  e con la presunzione forse di operare nella massima trasparenza,  notiamo che si sta cercando di travisare  il contenuto di quanto dettato dal D.M. n. 180/2010, facendo passare il, nostro “AVVISO” come “offerta formativa”, cosa che NON E’ .  L’avviso inviato ai nostri corsisti  è stato un pure e semplice dovere deontologico, nessun obbligo ci è stato imposto   di avvisarVi di  “adeguarsi” a quanto stabilito  dall’art. 20 secondo comma del  citato Decreto.
Vengo alle Sue domande.
1. Ai primi di settembre è stato divulgato dai media che era imminente la  pubblicazione del D.M. n. 180, se, ciò fosse accaduto i discenti iscritti ad un corso di 40 ore, stante l’obbligatorietà del D.M  dal giorno successivo alla sua pubblicazione, gli enti formatori avrebbero dovuto cambiare alcune lezioni del corso ed adeguare lo stesso alle ore previste nello stesso decreto. Non ci vuole, dunque,  tanto a capire che se, noi non avessimo promesso la gratuità di eventuali  adeguamenti per quelli che avevano già pagato e deciso di frequentare un nostro corso (che come sa vengono istituiti minimo due tre mesi prima ), sarebbe saltato tutto (prenotazione di sale, impegno dei formatori ecc), con grave danno all’immagine della nostra associazione ma anche al dover mettere in atto un meccanismo contabile  idoneo a dover restituire quanto versato, con dispendio di energie non indifferente, da parte di tutti gli impiegati, togliendo tempo ai conciliatori  per il regolare svolgimento dell’attività di conciliazione.
L’equiparazione fatta non ha senso  per i motivi che sopra ho precisato Lei si è formata ed ha potuto esercitare l’attività di conciliatore fin dal mese di marzo 2010 data di entrata in vigore del D. L. 28, cosa che non hanno potuto fare  quelli di settembre ed ottobre. Dunque, non è questione “di materia” ma, di tempo e di come l’ente formatore gestisce  la propria attività, qui parliamo di gestione di impresa, della quale l’ANPAR non deve dar conto a nessuno. Il D.M. fa obbligo a chi è  già “mediatore abilitato” ad adeguarsi entro sei mesi, ma non è scritto da nessuna  parte che l’adeguamento Lei lo debba fare con noi,  E’ UN PIACERE CHE VI FACCIAMO,  e ben volentieri anche, ma non accettiamo polemiche su benefici “inesistenti” concessi ad altri colleghi,che hanno avuto solo il buon senso di frequentare un corso credendo nella parola data, invece di disdettarlo ed aspettare tempi migliori. Le cose stanno così per cui nessuna discriminazione è stata posta in atto dalla nostra organizzazione. Un interrogativo è spontaneo: chi dovrebbe secondo Lei sostenere il costo  per la sala, il formatore e quant’altro occorrente ad adeguarVI ? E’ stato sempre e solo detto, ai corsisti che hanno frequentato i corsi da marzo e fino al 30 luglio, cioè dopo l’entrata in vigore del D. Leg.vo 28/2010 che i corsisti avrebbero pagato solo i costi vivi  che l’ente formativo avrebbe sostenuto, cosa che abbiamo fatto.  
Date uno sguardo in giro per renderVi conto che sono ben altri gli importi richiesti per “adeguarsi”  da parte anche di chi è  SOLO ente di formazione, ordine di avvocati compresi (vedi ordine avvocati di…………… che chiedono 400 euro per l’adeguamento).
2. In merito poi alla disquisizione delle ore, anche qui c’è da fare una precisazione:  il corso per conciliatore specializzato a suo tempo da Lei frequentato aveva una frequenza OBBLIGATORIA di 40 ore e per tali ore ha ricevuto l’attestato, le cinque ore in più,  hanno  permesso a Lei ed agli altri discenti di  effettuare una o più pausa durante le lezioni,così come avviene per l’adeguamento. Infatti, l’adeguamento è di per sè  di 10 ore ma, come avrà avuto modo di notare,  le ore in totale sono 11 proprio per dare la possibilità ai corsisti di effettuare anche se minima una “pausa caffè”.
Questo è tanto, poi come Le dicevo nessuno ha vincoli di  obbligatorietà nei confronti dell’ente formativo che l’ha formato. Lei, può tranquillamente scegliersi l’ente che più Le aggrada.  Deve solo solo preoccuparsi che l’ente formativo che l’ha “adeguata”  entro trenta giorni dalla richiesta, aggiorni il Responsabile (ministero)  dell’avvenuto  acquisizione  dei requisiti formativi previsti dal D.M. 180 per l’esercizio della mediazione (questo come vede è l’unico punto che compete all’ente che l’ha adeguata).Una strada c’è per non adeguarsi e non sborsare altri soldi “basta dimostrare di aver svolto almeno 20 procedure di mediazione, conciliazione o negoziazione volontaria e paritetica, in qualsiasi materia, di cui almeno cinque  concluse con successo almeno parziale. Molti suoi colleghi che hanno, dopo la formazione, svolto attività di conciliatore,  questo obbligo, infatti, non ce l’hanno.
Il presidente
Dott. Giovanni Pecoraro